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Cristiano Novembre, portiere brindisino

cristiano novembre calciatore portiereA voler scrivere di Cristiano Novembre verrebbe quasi spontaneo titolare con un “dalla Juve alla Serie D” o qualcosa di simile. Ma sarebbe ingeneroso nei suoi confronti. Attenzione: Cristiano Novembre, calciatore classe 1987 –ventisei anni felicemente compiuti-  di ruolo portiere, 78 kg per quasi 190 centimetri, ha realmente militato nella Juventus, Stagione 2007-2008.

Poi, si sa, nel calcio come nella vita, ci sono gli alti ed i bassi. Forse l’aver raggiunto il top – a vent’anni nella Juve!- ha un po’ influenzato la sua ancor giovane carriera: la Serie A non l’ha piu vista Cristiano. Figline, Caratese le sue tappe successive al transito presso la Vecchia Signora.

Poi, estate del 2011, il calcio “rinasce”  a Brindisi (per la ennesima volta, ma questa è un’altra storia) : la nuova Società riparte dalla Serie D e si pensa a questo giovane portiere brindisino. Novembre in quella stagione (era il Campionato 2011-2012) non fece nessun presenza fra i pali del Brindisi: c’era la concorrenza degli under, era pure una stagione tormentata sul piano societario ed ambientale come tutti ricordiamo e Cristiano s’accasa nel Nissa, sempre Serie D ma girone Calabro-Siculo.

L’anno successivo (12-13) ancora Serie D: due presenze nel Nardò e poi nuovamente al Brindisi dove contribuisce –anche in modo determinante- all’ottimo finale di Stagione del Brindisi “targato” Flora e Ciullo.

Questo felice binomio lo conferma anche per la Stagione in corso: solita concorrenza degli under da affrontare ogni Domenica ma ora le cose sono diverse. Cristiano Novembre pare aver trovato la sua giusta dimensione nel Brindisi ed a Brindisi. E’ un punto di riferimento nel gruppo ed anche fra i piu amati dal pubblico.

L’auspicio è che Novembre possa risalire di categoria e, ovviamente, ci auguriamo tutti che questo avvenga proprio con quel Brindisi che è stata anche la squadra di suo padre Ubaldo (portiere anch’egli) negli anni Settanta. Intanto un grosso in bocca al lupo!

cosimo de matteis

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Dino Cremaschi, l’indimenticabile ed invincibile Blek

CREMASCHI -scritta blek l'invincibile.jpgDal profilo facebook della Associazione Culturale Pro Brindisi riportiamo il seguente “invito” e, naturalmente, lo rilanciamo ai nostri dodici lettori:

 

 

AI TIFOSI E SPORTIVI DI BRINDISI

Oggi martedì 16 luglio alle ore 19,00, presso la Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria” al Rione Perrino, SIETE INVITATI a partecipare alla solenne Messa in suffragio di DINO CREMASCHI, uno dei grandi artefici, della indimenticabile promozione in “SERIE B “
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Gianni Di Marzio raccontato dal figlio Gianluca: un bel libro. Da leggere!

COPERTINA DI MARZIO.jpgAllora, il rischio concreto è che si dica “Di Marziu, e cieti? Ci lu canosci!” oppure, nella migliore delle ipotesi: “Si quiddu, lu telecronista di scai: ma ccè ccentra cu lu Brindisi? De Matteis sempri fissarii scrivi…”. Tutto verosimile (conosco i miei lettori ed i miei concittadini) ma non demordo.

Insisto: Gianluca Di Marzio, oltre ad essere un giovane giornalista abbastanza noto (lavora per Sky), è pure il figlio di Gianni Di Marzio. E qui i piu giovani brancolano comprensibilmente nel buio: chi è costui?

Ebbene, il Brindisi ha avuto i suoi anni belli. Eravamo una piazza felice ed anche abbastanza conosciuta in tutta l’Italia pallonara. Erano i magnifici anni Settanta, anni di calcio vero e mi dispiace se qualcuno ritiene questa affermazione una banalità.

Si, era calcio vero. Ed in quegli anni –in quei decenni- di calcio vero Brindisi è stata, seppur per pochi anni (un lustro, poco piu poco meno) protagonista.

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Merito di Franco Fanuzzi, certo. Ma anche di tanti uomini che, in quegli anni, lavorarono per quella squadra e per quella “maglia con la V” che, ripeto, tutta Italia conosceva.

Bene, se Vinicio è l’allenatore “storico” di quel Brindisi (“il Brindisi di Vinicio e Fanuzzi” si è soliti dire) non si può dimenticare che il Brindisi, negli anni della cadetteria, ebbe anche altri allenatori. E, fra questi, il napoletano Gianni Di Marzio. Anzi: fu proprio lo stesso Vinicio (passato in Serie A al Napoli dove si portò il forte terzino –brindisino purosangue- Antonio La Palma) a suggerire al Commendatore di puntare su quel giovanissimo allenatore: aveva appena 33 anni Di Marzio quando giunse al Brindisi.

Il Brindisi era una bella realtà del calcio italiano e, con il nuovo Mister, veleggiava in vetta al torneo di Serie B. E faceva vedere un bel gioco anche. L’avventura di Di Marzio sulla panchina del Brindisi ebbe però un epilogo non proprio bello e, per certi versi, drammatico.

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Con questa vicenda –narrata in modo scorrevole ed avvincente come tutto il libro- si apre “Di Marzio racconta Di Marzio” prima fatica letteraria di Di Marzio figlio nella quale il telecronista di Sky snocciola uno dopo l’altro tanti bei ricordi riguardanti la carriera di Di Marzio padre incluso il rapporto con molti  giocatori tra cui Maradona (insieme nella foto sopra) che il tecnico napoletano per primo scoprì nel lontano ’78.

E’ un libro da leggere: per ora è possibile comprarlo – ad un prezzo davvero accessibilissimo–  solo in formato e-book  (di seguito troverete le indicazioni per farlo) ma è auspicabile la stampa e la pubblicazione in cartaceo. Non lo dico solo io: ““Di Marzio racconta Di Marzio” è diventato in pochi giorni uno degli e-book piu venduti e scaricati e può vantare già numerose recensioni molto favorevoli e persino entusiaste. E per i brindisini sarà l’occasione per ripercorrere e meglio conoscere gli anni d’oro del calcio brindisino ed uno dei protagonisti.

cosimo de matteis


 

PER VEDERE ED ACQUISTARE IL LIBRO:

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Per seguire l’attività giornalistica e le preziose informazioni sul calciomercato Gianluca Di Marzio ha il suo Sito Internet.
Eccolo:

Per Laboragine una stagione memorabile nel Brindisi

 

COSIMO DAMIANO LABORAGINE - FOTO DE MATTEIS.jpgNon è la sua stagione migliore come segnature (o meglio: non lo è ancora!) ma certamente è una annata memorabile quella di Cosimo Damiano Laboragine con la maglia del Brindisi. Il forte centrocampista barlettano, ventinove anni ancora da compiere, è probabilmente al top della sua carriera di calciatore: è in quella fase tecnico-tattica-atletica e di esperienza durante la quale un calciatore da il meglio di sé ed è un problema per le squadre avversarie incontrarlo in questo stato di grazia.

 

Riguardo ai gol ed ai “record”: come detto probabilmente non eguaglierà quello della stagione 2010-2011 in cui con la maglia della Santegidiese (altri ex calciatori del Brindisi han giocato lì) mise a segno ben tredici reti (in 35 presenze). Ma quello di segnare è un “compito” degli attaccanti: ai calciatori come Mimmo Laboragine non si chiedono certo i gol ma di guidare la squadra, impostare il gioco e, semmai, di fornire assist. Se poi viene un gol tanto meglio.

 

E, ad oggi, il capitano del Brindisi ha già messo a segno sette reti (e mancano ancora due partite) ma soprattutto è stato un punto fermo per tutta la squadra. Sia per i due tecnici (Francioso e Ciullo) che per i compagni di squadra.

 

E, soprattutto, ha saputo tenere in qualche modo unito uno spogliatoio che –a piu riprese. E giustamente verrebbe da dire- pareva sul punto di esplodere. Se questo non è accaduto parte del merito è proprio di Laboragine, vero capitano in campo e fuori.

 

Di lui non c’è molto da dire: basta vederlo in campo. Se abbiamo riportato qualche stringata cifra era soltanto per delineare meglio la figura di questo calciatore di cui, ci teniamo a dirlo, ci sorprende in particolare un pregio : la umiltà. Inutile dire quanto questa virtù  sia così poco diffusa fra i calciatori (e non solo fra essi!) e come, quindi, risulti ancor più preziosa.

 

Non sappiamo, mentre scriviamo, se Laboragine resterà a Brindisi: noi, naturalmente, gli auguriamo di tornare a giocare in quelle categorie dove ha ben figurato fin dal suo esordio, giovanissimo, con la maglia dell’Andria. Glielo auguriamo perché lo merita. Ma se resterà a Brindisi non potremmo che esserne lieti. Intanto gli diciamo un semplice, sincero e non banale “grazie Capitano!”

cosimo de matteis

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A proposito di pallone, Picci e Mariano

picci  e mariano.jpgdue premesse importanti, a) è sempre bene guardar in casa propria ; e b) non è bene, anzi è male “godere” delle sventure altrui.

E poiché trattasi di “sventure calcistiche” (il pallone alla fine un gioco è) e sono ben altre le vere sventure ecco che possiamo con serenità ricordare che oggi Picci ha giocato ben un minuto (in Brescia-Cesena) e oramai le rondinelle dovrebbero riuscir ad evitare la retrocessione. Tuttavia è utile ricordare che col minuto odierno giocato (piu che altro è servito al Brescia  nel  perdere secondi preziosi) forse il bomber barese è giunto a novanta . Sicchè è come se avesse disputato una partita: non male una presenza in oltre 40 partite.

Chi scrive aveva questa estate realizzato un articolo-intervista col giovane e forte Francesco Mariano (era appena giunto al Brindisi). In quel mio modestissimo articoletto (o qualcuno pensa che non conosco i miei enormi limiti?) avevo dedicato qualche riga ad una sorta di confronto tra i due calciatori. Oramai a fine stagione (o quasi) posso dire che Mariano è un ventenne maturo per il salto tra i professionisti (anche se, egoisticamente, vorrei tanto che restasse qui a Brindisi. Con Ciullo mister, ovviamente. O l’ottimo Maiuri) mentre Picci è un calciatore a fine carriera (o quasi) che con buone probabilità tornerà a giocare nelle categorie dove ha sempre giocato. Lo dice il campo, lo dicono le cifre. E, in ultimo, lo dico pure io. Anzi: lo avevo detto da tempo. Non ti offendere Picci: il calcio in fondo è solo un gioco.

LA MORTE DI VINCENZO BERTI, EX CALCIATORE DEL BRINDISI DI SALUCCI

palazzolo acreide,vincenzo berti,la morte di berti,ex calciatore del brindisi,palazzolo,suicidio,catania,salucci,corona,francioso,2002-2003,coppa italia,siciliaAvrebbe compiuto 43 anni il primo giugno il catanese Vincenzo Berti ed invece si è tolto la vita nel giorno di Venerdì Santo: una morte tragica quella dell’ex centrocampista di Brindisi ed un’altra decine di squadre quasi tutte della sua Sicilia. Proprio oggi , sabato 30 marzo, avrebbe dovuto guidare il Palazzolo –squadra di Serie D dove aveva concluso la sua carriera e dove rivestiva l’incarico di vice allenatore e Ds- contro l’Akragas. Ma lui non ci sarà e la partita, in programma allo stadio Esseneto di Agrigento è stata annullata proprio per il grave lutto.

 

Brindisi lo ricorda per aver militato in biancazzurro  nella stagione 2002-2003: Boccolini lo aveva voluto in quel Brindisi che ritornava in Serie C  dopo 22 anni. Berti veniva da tre stagioni di fila nel Martina –dove il tecnico di Recanati lo aveva avuto fra i suoi calciatori- e l’ambizioso Brindisi di Salucci, fresco di promozione, era una discreta squadra per la C/2. Totalmente smembrata la squadra che aveva dominato e stravinto il campionato di Serie D –era il Brindisi dei vari Castillo, Cavallo, Latartara, Ancora, Alessandrì- la Società pensò di vincere anche quel campionato: giunsero in riva all’Adriatico Corona, Menolascina, Orlandini, Francioso e, fra gli altri, lo stesso Berti (forse si trattò dell’unica vera scelta di mister Boccolini che, come si ricorderà, venne esonerato). Il Brindisi non vinse il campionato tuttavia giunse la vittoria della Coppa Italia di Serie C e pertanto Berti nel suo palmares –che conterà complessivamente ben otto promozioni– vanta pure questo trofeo.

 

Con quel campionato terminò la stagione pugliese: tornerà in Sicilia –Vittoria, Gela, Siracusa, Messina, Palazzolo- dove, come detto, aveva concluso la sua carriera di calciatore.

 

Quest’anno aveva iniziato quella di tecnico-dirigente nel team gialloverde di Palazzolo Acreide (Serie D Girone I) e nella cittadina siracusana era molto ben voluto: i tifosi amavano il suo impegno in campo ed il suo lottare come un ragazzino nonostante le quaranta primavere. Ne è dimostrazione il Sito Ufficiale  (www.acpalazzolo.com ) che ricorda la tragica e prematura morte di Vincenzo Berti proprio con quella immagine che correda queste righe. Il Signore, grande nell’amore, abbia misericordia  di lui.

cosimo de matteis

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