Tutti i nodi vengono al pettine (ed anche Sain è volato via)

SIMONE SAIN Di questi tempi, l’anno scorso, c’era uno strano gruppo di “giornalisti”, tifosi, blogghetti ed altra varia umanità che premeva fortemente perchè la “dirigenza politica” del Brindisi andasse via e sulla panchina del Brindisi sedesse non boccolini ma quell’orgoglio brindisino che -dicevano alcuni ex dirigenti- “era chiaro che tutta la città volesse sulla panchina del Brindisi”.

Tutti ricordiamo come è andata e le durissime contestazioni (se ne occupata anche, e giustamente, la Giustizia): son riusciti nel loro intento. La conduzione tecnica ora è quella che volevano loro (loro chi? E perchè, c’è bisogno di fare nomi?), i “dirigenti politici” non ci sono più. La forte squadra messa su da Aldo Sensibile ed ottimamente guidata da Boccolini prima e Maiuri poi non esiste più: tutto cancellato, tutto travolto. E al grido di “mai con questa dirigenza politica” hanno definitivamente sepolto il calcio brindisino. Prisciativi. Avessero almeno il coraggio di dire “abbiamo sbagliato”. No, ostinatamente, perseverano nella loro visione ottusa.

Ed intanto, come logica conseguenza, vanno via altri giocatori: oggi è stato il turno di Simone Sain, bravo calciatore arrivato a Brindisi con la normale e comprensibile speranza di giocare e voglia di fare bene. Tre mesi (o pure più) di duro lavoro, sudore, allenamento e la Domenica sempre in panchina. E pure lui,  il giovane e forte terzino del Brindisi, vola via. Torna nella sua bella Trieste (http://forzabrindisi.myblog.it/archive/2012/08/30/un-triestino-a-brindisi-simone-sain.html) Comprensibile: poco spazio, appena due gare (neppure intere) disputate. Ragazzi promettenti presi in estate -forse pure “a buon mercato”- prospettandogli di giocare nel Brindisi e lasciati “marcire” fra panchina e tribuna. E le conseguenze sono queste, inevitabili.

A Sain un caro saluto e pure a lui l’augurio di trovare presto una squadra e soprattutto dei tecnici che sappiano valutarlo ed apprezzarlo. Parlare ora del Brindisi è come sparare sulla croce rossa. E quindi taciamo assistendo questo triste declino. Declino che naturalmente non è casuale nè dovuto ad un “destino cinico e baro”: sono state fatte precise scelte (che avevano in animo di fare fin dalla scorsa stagione con la complicità di “giornalisti” e tifosi compiacenti) e le conseguenze sono queste.

Ma siamo terribilmente innamorati del Brindisi e non lo molleremo mai. Ne abbiamo viste di cotte e di crude (di recente ricordo la notte delle magie, in attesa sotto il monumento…. Poveri ragazzi che ci andarano, illusi e convinti!) ma nessuno potrà impedirci di tifare Brindisi. Nè di parlare.


Tutti i nodi vengono al pettine (ed anche Sain è volato via)ultima modifica: 2012-11-30T20:22:00+01:00da dematteiscosimo
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