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Ad un anno dalla morte di Mimino Maffei

MIMINO MAFFEI.jpgRicorre martedì 12 giugno 2012 il primo anniversario della morte di Cosimo Maffei. Esattamente un anno fa mi giungeva un sms di Gianmarco Landi, suo nipote, che mi avvisava della triste notizia. Conservo ancora quel messaggio nel telefonino. Gianmarco rientrava da Bologna, sua città di adozione dove peraltro è uno stimato professionista, ed aveva provato a chiamarmi. Ma essendo Domenica mattina –era Pentecoste- ero a Messa e non avevo potuto rispondere. Attorno a mezzogiorno l’sms mi diceva che era morto Mimino Maffei suo e mio allenatore di basket (e di molti altri fra cui Giovanni Putignano, Andrea Maghelli ed Enrico Curiale, oggi tutti affermati allenatori). Scrissi qualcosa quel giorno (  http://cronachebrindisine.myblog.it/archive/2011/06/12/la-morte-di-cosimo-mimino-maffei-l-ingegnere-con-la-passione.html ) e poi il giorno successivo partecipai al funerale. Non potevo mancare: era stato il mio allenatore, e quindi un educatore, un maestro. Per me l’allenamento, presso la palestra di via dei mille, era un appuntamento importantissimo. Il basket non mi stancava mai, mi piaceva tanto. Ricordo ancora che a scuola, i giorni che avevo allenamento, contavo le ore che mancavano! Non ho narrato, un anno fa, l’ultima volta che lo vidi e quindi lo faccio ora. Occorre premettere che da tempo avevo smesso di giocare a basket (nel frattempo ero stato anche arbitro, sia a Brindisi che a Padova dove ho vissuto diversi anni per motivi di studio) e quindi Mimino Maffei (l’ingegnere Maffei: ed un giorno narrerò un gustoso e significativo aneddoto in merito a tale suo titolo) lo vedevo raramente: come ho detto si era appassionato di bocce e mi capitava di intravederlo nel bocciodromo di Sant’elia (che è il quartiere dove vivo da oramai oltre 37 anni) ma era un evento sporadico.

Lo vidi –e mai avrei potuto pensare che sarebbe stata l’ultima volta su questa terra- in una Domenica (ancora!) presso la Scuola Elementare di Viale Leonardo Da Vinci: ero andato a votare e lui era Presidente del seggio elettorale. Chi lo ha conosciuto sa bene che spesso era scherzoso e quindi non si meraviglierà se dico che disse ad una delle scrutatrici “questo signore era una schiappa a giocare a pallacanestro” (il termine non fu proprio “schiappa” ma uno piu “colorito” ma non vi era nessuno intento offensivo). Era uno sfottò simpatico di un educatore che rivede un suo “vecchio” allievo. Non lo rividi più. Fino al messaggio di Gianmarco di quelle Domenica.

In realtà lo rividi: ma il suo corpo –abbastanza offeso dalla malattia- era oramai privo di vita. Restai una oretta abbondante in preghiera vicino a lui. Ed ancor oggi spesso prego per lui. A Dio, professore!

cosimo de matteis

Ljajić e l’arroganza dei ragazzini viziati. Una riflessione

alcio, serie a, campionato italiano, gianmarco landi, ljajić, fiorentina-novara, delio rossi, esonero delio rossi, lite rossi-ljajićCredo che un po’ tutti abbiam visto quanto è accaduto ieri sera allo stadio di Firenze durante la gara Fiorentina-Novara ed ognuno si sarà fatto una idea rispetto al battibecco nato per una palese provocazione di un giovane calciatore della Fiorentina nei confronti del suo allenatore. Nel giro di pochi minuti la Società viola ha preso la sua decisione ed ha esonerato il tecnico Delio Rossi, uno degli allenatori piu bravi, preparati ed onesti del campionato italiano.

Stamane mi sono imbattutto in alcune considerazioni, riguardo l’episodio di ieri sera, scritte da un amico che non si occupa prioritariamente di calcio (lui è un esperto dell’ambito politico economico. Ed il suo sport preferito è il basket di cui è persona competente ed appassionata) ma che evidentemente è rimasto colpito dal comportamento del ragazzino serbo. Ecco le sue riflessioni:


Forse sarà perchè mi disgusta l’ipocrisia di Della Valle, o forse perchè penso che sti ragazzini di 20 anni, come questo Ljajić qui in foto, dotati da madre natura di piedi buoni ed effimero cervello, siano sempre così arroganti e irrispettosi verso gli altri, che se prendessero un po’ di botte sarebbero loro i primi a giovarsene, o forse sarà perchè io sto sempre dalla parte delle personi miti, che quando però si arrabbiano lo fanno per davvero, se io oggi non riesco a condannare Delio Rossi per la sua violenta sfuriata di ieri.

Ok, certo, riconosco che l’allenatore è andato nel pallone e la testa per un attimo l’ha persa, riconosco cioè una cosa assai disdicevole per chi riveste delle responsabilità di immagine pubblica popolare. Io però insisto e dichiaro di non condividere assolutamente il suo esonero che addirittura mi sembra diseducativo socialmente molto di più e molto peggio rispetto alla tolleranza verso una reazione irata e violenta. Ricordo infatti che Gesù, quando entrò nel Tempio e vide la volgarità e l’egoismo dei mercanti intenti a fare i cazzi loro non rispettando gli altri, li prese a calci in culo e si scagliò contro di essi, e Dio non risulta che avesse poi esonerato suo figlio, cioè il leader morale maximo nella nostra Civiltà Occidentale, per la sua perdita di aplomb !

In conclusione, affermo che Della valle ha sbagliato a liquidare un mite allenatore premiando un ragazzino viziato e arrogante, perchè ne ha fatta solo una questione di pura immagine politically correct , secondo me priva di sostanza e valore etico pubblico profondo. Causa causae est causa causat, dicevano i latini, quindi la responsabilità è principalmente del ragazzino serbo (guardatelo in faccia) e penso che la Lega Calcio debba radiarlo per un anno intero dal campionato di calcio italiano. Giocare di squadra e stare nelle regole, cioè rispettare i ruoli e le responsabilità altrui, è un valore molto più importante di qualsiasi altro sotteso al self controll in ogni occasione.

Gianmarco Landi