Riguardo ai gol ed ai “record”: come detto probabilmente non eguaglierà quello della stagione 2010-2011 in cui con la maglia della Santegidiese (altri ex calciatori del Brindisi han giocato lì) mise a segno ben tredici reti (in 35 presenze). Ma quello di segnare è un “compito” degli attaccanti: ai calciatori come Mimmo Laboragine non si chiedono certo i gol ma di guidare la squadra, impostare il gioco e, semmai, di fornire assist. Se poi viene un gol tanto meglio.
E, ad oggi, il capitano del Brindisi ha già messo a segno sette reti (e mancano ancora due partite) ma soprattutto è stato un punto fermo per tutta la squadra. Sia per i due tecnici (Francioso e Ciullo) che per i compagni di squadra.
E, soprattutto, ha saputo tenere in qualche modo unito uno spogliatoio che –a piu riprese. E giustamente verrebbe da dire- pareva sul punto di esplodere. Se questo non è accaduto parte del merito è proprio di Laboragine, vero capitano in campo e fuori.
Di lui non c’è molto da dire: basta vederlo in campo. Se abbiamo riportato qualche stringata cifra era soltanto per delineare meglio la figura di questo calciatore di cui, ci teniamo a dirlo, ci sorprende in particolare un pregio : la umiltà. Inutile dire quanto questa virtù sia così poco diffusa fra i calciatori (e non solo fra essi!) e come, quindi, risulti ancor più preziosa.
Non sappiamo, mentre scriviamo, se Laboragine resterà a Brindisi: noi, naturalmente, gli auguriamo di tornare a giocare in quelle categorie dove ha ben figurato fin dal suo esordio, giovanissimo, con la maglia dell’Andria. Glielo auguriamo perché lo merita. Ma se resterà a Brindisi non potremmo che esserne lieti. Intanto gli diciamo un semplice, sincero e non banale “grazie Capitano!”
cosimo de matteis