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NARDO’- BRINDISI : tifosi pronti, la “Pro Brindisi” ci sarà come sempre

Dr. Rodolfo Gatti, Le tifoserie (rispettivamente neretina e brindisina)sono pronte: c’è un derby da vivere, sotto i riflettori e con le telecamere di Rai Sport. Come sempre, sulla sponda adriatica, si distingue -per garbo, costanza, serietà ed attaccamento la Associazione Pro Brindisi. Tale meritorio sodalizio sarà presente anche in terra leccese: a tal proposito ecco il loro  breve comunicato “La Pro Brindisi anche quest’anno parteciperà a tutte le trasferte della squadra biancoazzurra! Per il terzo anno consecutivo, il Socio Dr. Rodolfo Gatti, presterà la sua opera di medico alla squadra giovanile. Domani -prosegue il comunicato – guidati dal Presidente Rino Lecci, 25, tra Soci e Socie, si recheranno a Nardò con un pullmino e 4 auto.”

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Link

per collegarsi al Sito internet e seguire la partita al computer:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/dirette/PublishingBlock-7131f72e-5ca4-45f7-bd50-ebf161d164fc.html?channel=RaiSport%201

Solidarietà a Mariella Lonoce

Come si dice in questi casi non credo che abbia bisogno della mia difesa (nè, tengo a precisare, mi è stata richiesta) ma mi sento di esprimere la mia SINCERA solidarietà alla giornalista di Puglia Tv Mariella Lonoce. E non solo per questo episodio (vedere QUI: http://forzabrindisi.myblog.it/archive/2011/07/23/da-non-crederci.html ) ma per un accanimento incomprensibile nei suoi confronti da parte di alcuni. Forse qualcuno non gradì il suo offrire una “tribuna” a Ninni Cannella per un “diritto di replica” che probabilmente l’ex addetto stampa del Brindisi avrebbe meritato.

Acqua passata (ma tornerò sulle parole di Ninni Cannella: non fosse altro per dimostrare che disse delle cose che OGGI in tantissimi dicono con toni ancor piu feroci ed offensivi. Lui invece fece solo una serena analisi del movimento calcio nella nostra città).

Acqua passata ma probabilmente ancora non gli si perdona quel “peccato originale”. Per me fece solo il suo dovere di giornalista. Poi può essere brava o meno brava, bella o meno bella, piacere o non piacere: ma questo è un discorso diverso. Quello che non và bene è il pregiudizio e lo stigma affibiatole. Questo è pregiudizio e forse pure qualcosa di più. Con le demonizzazioni non si và da nessuna parte.

quella maglia con la V per la quale soffriamo e gioiamo

 

Come tutti gli altri tifosi sto “soffrendo”. E per noi tifosi brindisini la sofferenza, negli ultimi anni, è stata una costante. E non solo per i risultati sul campo: quello fa parte del gioco del calcio e di ogni sport. Siamo periodicamente incerti  non su una vittoria o un pareggio o un  gol, ma sulla esistenza di una squadra! Inutile fare una rassegna a ritroso: tutti -piu o meno tutti-  abbiamo una memoria. E se la facciamo funzionare rievochiamo nitide le vicende. Ora pare che qualcosa si stia risolvendo. Il giubilo della tifoseria è stato quasi commovente. Fin troppo, in alcuni casi. Meno male che i più saggi riconducono tutti gli altri ad un entusiasmo si, ma con con prudenza e senza bruciare le tappe. Si, pare che si intravede la luce in fondo al tunnel. Ma siamo ancora dentro la galleria: c’è ancora strada da fare. Però -ed è comprensibilissimo- c’è chi gioisce per il pericolo scampato, pensa al prossimo campionato, una bella curva festosa, colorata e finalmente numerosa. C’è chi, facendo notevoli sacrifici, intende fare l’abbonamento per dimostrare l’amore a quella maglia. E per molti brindisini “sborsare” duecento, trecento euro sono un sacrificio. E poi c’è chi pensa ad avere cifre ben più alte. Ed evoca, persino pubblicamente, il rispetto dei contratti. Già. Come se non lo sapessimo. E come se non sapessimo che esiste un fondo creato appositamente dalla Lega per tali questioni. E che nessuno perderà una lira. Ma, come si dice a Brindisi, l’angulizia è forte. C’è chi sbatte per poter comprare il pane ed il latte ai figli, o dare venti euro al figlio giovanotto che deve uscire la sera e c’è chi pensa a cifre ben più alte. Nessuno si è fatto ancora vivo, si dice. Mamma mia, ma è amore alla maglia, al brindisi o a cosa? E’ chiaro, lo ripetiamo per l’ennesima volta, che i patti specie quelli scritti devono essere rispettati, ci mancherebbe altro. Ed ognuno ha il diritto di far valere i propri diritti, scusandomi per il gioco di parole. Ma, santo Cielo, un pò di pazienza. Ne abbiam avuta tanta, tutti. Chi più chi meno. C’è chi è già lontano, fisicamente e col pensiero, lontano anni luce da brindisi e dal brindisi. E quella maglia con la V che noi “amiamo” è solo un ricordo lontano. E se lo ricordano è solo come quando uno si ricorda “ah mestra, quiddu ddai m’ava dari ancora quiddi cinquanta euri cà nci pristau!”. Ecco. Pecunia non olet, già dicevano millenni fà. E l’uomo non cambia, sempre quello è. Con le sue grandezze, le sue virtù ed i suoi difetti. Fra cui l’attacamento smodato alla roba, come diceva Verga. Sia chiaro: nessuno sta condannando nessuno. Sono esigenze leggittime. Ma quanto stonano certe parole, certe rivendicazioni -giuste, lo ripetiamo ancora- certe lamentele. Quanto stonano, soprattutto ora, in cui centinaia di ragazzi, magari ancora alle prese con gli ultimi giorni di scuola o con gli esami, stanno pensando al BRINDISI, a quella maglia con la V. Centinaia di anziani, magari con gli acciacchi ed i problemi dell’età, seguono le vicende del brindisi, leggono i giornali, fanno i calcoli per vedere se con la pensione riescono a fare l’abbonamento. Disoccupati che si ingegnano come trovare quei duecento euro per farsi l’abbonamento in curva e quelli pensano ai fatti loro, al loro tornaconto. L’altra sera, in trasmissione, Caianiello ha ricordato quelle oltre dieci partite senza un gol senza un tiro in porta. E coi ragazzi della curva che cantavano sotto la pioggia. Noi amiamo il Brindisi. Noi siamo i tifosi: forse non saremo i primi tifosi, non abbiamo tali pretese. Ma siamo appassionati. E la domenica pomeriggio non abbiamo altro pensiero. Andare in Curva Sud e tifare Brindisi