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non posso tacère

TRIBUNA STADIO BRINDISI.jpg

Osservate bene questa immagine, poi capirete il perchè.

PREMESSA IMPORTANTISSIMA: QUANTO SCRIVO NON RIGUARDA MINIMAMENTE LA SSD CALCIO CITTA’ DI BRINDISI CUI VA IL MIO DEFERENTE  E SINCERO SALUTO E LA MIA PERSONALE STIMA E SIMPATIA.

Cari lettori, (sempre tanti e sempre di più: grazie, grazie assai) chi mi conosce personalmente sa bene il mio essere assolutamente ligio alle regole, rispettoso della Legge (ed ancor più delle persone: non condivido per niente il detto secondo il quale il rispetto và conquistato, e men che meno l’assurdo “iu rispettu solamenti quiddi cà mi rispettunu a mei”:  il rispetto è dovuto ad ogni persona), educato, non invadente e sempre molto discreto -spesso tale mia timidezza e discrezione viene intesa come un mio “sentirmi superiore”: se davvero lo pensassi  sarei ridicolo e sventurato!- ed anche la mia attività di blogger e quella di Collaboratore di Testate Giornalistiche è improntata a tale condotta. Ripeto: chi mi conosce personalmente  può confermarlo.

Bene: come sapete seguo il Brindisi, e per passione (da quella è nato questo blog) e come Collaboratore della Testata Giornalistica PugliaCalcio24 : mi reco quasi giornalmente allo stadio per seguire gli allenamenti e documentarmi, sono inviato del mio Giornale in trasferta ed ho un regolare Accredito per l’accesso allo Stadio Comunale. Non ho mai, nello svolgimento di tali mie attività, creato problemi di nessun tipo. Ho, anzi, ricevuto numerosi plausi sinceri e graditi apprezzamenti. E, del resto, i numeri parlano chiaro: questo blog ha centinaia di lettori quotidiani (e migliaia di pagine visitate giornalmente) e pure i miei articoli su PugliaCalcio24 sono molto letti ed apprezzati.

Ciò detto vi racconto quanto è accaduto oggi allo stadio (ecco:  ora comprendete un pò il fatto della foto). Mi sono recato e sono entrato come faccio normalmente: ho visto e salutato il Presidente che parlava con un tifoso e mi sono portato in tribuna per seguire un pò l’allenamento (nessuno, pur avendomi ben visto, me lo ha impedito: se così fosse stato avrei, naturalmente ubbidito). Non vi erano porte chiuse (se vedo una porta chiusa o non entro o sennò busso e CHIEDO se posso entrare: ma gli ingressi erano A P E R T I. E si tenga ben presente ciò). Mi son accorto che la squadra non c’era (si allenava al precampo) e nell’uscir dalla tribuna m’avvedo che tre o quattro persone sono nei pressi della tribuna vip: accortomi che stavano provvedendo a ripulire i seggiolini ho pensato fra me che stessero preparando per il debutto interno. Lieto di tale attività della Amministrazione Comunale ho preso il cellulare ed ho fatto una foto per documentare la solerzia del Comune che è sempre accanto al Brindisi. Fatta la foto mi accingevo ad uscire e sento nitido un ” e quiddu ci caxxx eti? pircè stà faci li fotografii? Ma ci eti? Ccè vvoli”. ed altri mormorii dello stesso tono. Siccome sono uno che evita sempre le discussioni e comprendo tutti e sopporto insulti ed offese (e pure minacce) ho incassato queste parole senza battere ciglio e serenamente son andato ad assistere alla seduta d’allenamento nel precampo: ho salutato ogni persona che incontravo (il magazziniere ed altri), ho amabilmente parlato col giovane e bravo fisioterapista del Brindisi e son stato un pò a vedere gli esercizi che il Preparatore Atletico faceva fare ai calciatori. Ho fatto una foto per documentare l’articolo precedente e mi son recato verso l’uscita. Giunto nei pressi dello spogliatoio, più precisamente nei pressi dell’ingresso della Sala Stampa (all’esterno, naturalmente) vengo bruscamente chiamato ed in un dialetto vagamente minaccioso ed intimidatorio (così io l’ho vissuto: il seguito dimostrerà che non era una mia semplice impressione) due persone che non conosco mi si avvicinano e, con poco garbo o punto, mi chiedono sempre in dialetto chi fossi e cosa stessi facendo e perchè avevo fatto quella foto (ma perchè preoccupava quella foto? Mah!). Educatamente rispondo, mi presento con nome e cognome, la Testata per la quale scrivo eccetera. La mia serenità deve aver infastidito ulteriormente (e mi chiedo: ma perchè?) e nonostante avessi risposto e motivato lo scatto col cellulare la cosa non finisce lì. Io chiedo se per caso avrei dovuto indossare un tesserino con foto e la risposta che ricevo è “ma no, ccè tesserinu..”.

Trenta secondi dopo (o poco più) il signore in questione che, ripeto, non conosco e che diceva essere il responsabile dello Stadio Comunale o qualcosa di affine (deve pur avermi bofonchiato il suo nome ma sinceramente non lo rammento) in palese contraddizzione dirà : “tui t’à mettiri nnù tesserinu, cu la fotografia pircè iu AGGIA SAPERI CI SINTI TUI!!) . Poichè questa persona era visibilmente accalorato e nel volto e nel tono e nella postura (ho ancora in mente il suo volto che si avvicinava al mio gridando) ho ritenuto fosse il caso di andare via: e, del resto, egli stesso con molta poca educazione mi “spingeva”, toccandomi sulle braccia e la schiena, verso l’uscita guardandomi minaccioso al pari di altre persone che erano con lui (non so chi fossero neppure loro: sò solo che uno, bassino e con marcato accento leccese, mi ha farfugliato un “ma quannu caxxx ti nnè bbai, ah?”. Ho educatamente risposto al signore che non era il caso di usare quel tono, tono molto simile a quello dell’altro signore, più corpulento ed aitante.

Una delle cose che provavano a dire era che, essendoci dei lavori in corso e siccome lui era responsabile io dovevo assolutamente uscire perchè era pericoloso stare lì. (guardate la foto e ditemi se c’è rischio di crolli o altro….). Anzi: sosteneva che non avrei proprio potuto entrare.

Ora, ammesso che ci fosse tale gravissimo rischio per la incolumità di terzi, è noto che in tali circostanze si provvede a) ad avvisare i presenti; b)ad affigere, eventualmente, degli avvisi; c) a vietare e/o impedire l’ingresso. Invece le porte erano aperte , non ho forzato nessuna serratura e non ho aperto neppure una maniglia!  Nulla, assolutamente nulla lasciava  intendere o neppure prevedere l’esistenza di “pericolosi lavori in corso”: e del resto quando sono entrato (ricordate?) nessuno mi ha minimamente detto niente e soprattutto ricordo che non solo vi erano altre persone ma che è in corso la Campagna Abbonamenti e le tessere si sottoscrivono lì, proprio dove quel signore (un pò “manesco” e sgarbato) mi spingeva fuori perchè vi erano “pericolosi lavori”. Mah. Ognuno vàluti e faccia le sue considerazioni. Io aggiungo solo quanto ho detto in apertura: in tutto ciò non c’entra minimamente la Società Calcio Città Di Brindisi, ed anzi alcuni di loro si sono posti come garbati moderatori e rasserenatori: di ciò li ringrazio pubblicamente.

 

cosimo de matteis