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Il comunicato dei presidenti

“Contestazione inconcepibile e inaccettabile”.
l’indignazione dei fratelli Barretta
Solidarietà a mister Silva ed ai giocatori biancazzurri

 

 

francesco_barretta.jpgIn attesa di assumere le opportune decisioni, i presidenti Francesco e Giuseppe Barretta esprimono piena solidarietà a mister Silva, ai giocatori ed a tutti i collaboratori oggi presenti allo stadio di Noicattaro a seguito della ingiustificata quanto assurda contestazione avvenuta subito la gara.
“Oggi – dicono i Barretta – si è davvero toccato il fondo. Quanto è successo subito dopo la partita non ci lascia semplicemente amareggiati, ma ci offende profondamente. Intanto, condanniamo il tipo di contestazione che si è voluta mettere in atto. Sebbene anche una contestazione in termini civili oggi ci sarebbe comunque sembrata fuori luogo. Ed è giusto che si sappia quanto accaduto perché si tratta di episodi davvero troppo gravi perché non vengano rimarcati.giuseppe_barretta.jpg
Premesso che la gara di oggi ha visto il predominio del Brindisi sul Noicattaro e che è stata probabilmente una delle partite meglio disputate sino ad oggi dalla squadra, non è tollerabile che i tifosi – o presunti tali – si arroghino il diritto di entrare negli spogliatoi e di minacciare giocatori e tecnico. E su questo aspetto chiederemo spiegazioni anche alla società ospitante che non è stata in grado di frenare l’assalto di gente estranea nella parte riservata ai tesserati. In secondo luogo, il pullman – prima che potesse fare rientro a Brindisi – è stato circondato dagli stessi tifosi, i quali hanno continuato ad inveire ed a minacciare prima il mister, poi i giocatori, il dirigente accompagnatore e tutti i collaboratori presenti. Non solo. Durante l’intero tragitto alcune auto degli ultràs hanno tentato di far uscire fuori strada il mezzo del Football Brindisi, mentre all’altezza di un autogrill il pullman è stato braccato nella parte anteriore e posteriore per indurre il conducente a svoltare e ad entrare nello stesso punto di sosta. Adesso basta! Si sta davvero esagerando. Punto primo: chi manca di rispetto ai nostri tesserati, manca di rispetto a noi. E poiché lo spirito della nostra società è sempre stato quello di far sentire i nostri giocatori e collaboratori facenti tutti parte di una grande famiglia, non accettiamo che la nostra famiglia venga offesa, oltraggiata ed umiliata. Punto secondo: la squadra non è dei tifosi. Chi non gradisce i risultati e le prestazioni del Brindisi, ha sicuramente il diritto di criticare giocatori, dirigenti e proprietà nelle norme civili (disertando lo stadio, non tifando, fischiando, ecc…) ma – ribadiamo –NESSUNO può arrogarsi il diritto di decidere quando la società deve cambiare allenatore, chi deve giocare, chi deve entrare in campo e chi deve rimanere in panchina e via discorrendo. Le scelte della società sono e rimangono di esclusiva pertinenza della società. Punto terzo: l’attuale posizione in classifica del Football Brindisi non giustificherebbe né legittimerebbe nemmeno per un istante anche le forme più civili di contestazione, figuriamoci comportamenti come quelli verificatisi oggi pomeriggio. E’ vero, nonostante le tante occasioni, non siamo riusciti a fare goal e ci dobbiamo accontentare di un pareggio, ma col pareggio odierno siamo ad un solo punto dai play off, tanto più che la Cisco Roma ha perso contro la Vibonese, il Gela ha pareggiato con l’Igea Virtus, il Siracusa ha perso ad Isola Liri ed il Barletta ha perso 3 – 0 a Melfi. Risultati che definire eclatanti è dir poco. Cosa dovrebbero fare i tifosi di queste squadre, allora? Linciare i giocatori? Ed allora, noi diciamo basta! Siamo stufi di questi atteggiamenti oltraggiosi e, soprattutto, pericolosi. Ci sono giocatori che hanno già espresso il desiderio di andar via dopo le minacce di oggi pomeriggio. E noi siamo tenuti a tutelarli. Quindi, in attesa di assumere le decisioni più opportune, intanto si comunica che squadra, dirigenti e staff tecnico sono in silenzio stampa a partire da questo momento. Parleremo noi per tutti, non escludendo decisioni anche drastiche”.

Brindisi, 10 gennaio 2010