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BRINDISI – Preso il difensore Miale. Ufficializzata la cessione di D’Amblè al Racale

COMUNICATO STAMPA N. 2 - 9 DICEMBRE 2011 , brindisi, d'amblè, racale, gualdo, c/2, ssd calcio città di brindisi, cynthiaClaudio Miale è un giocatore della SSD Calcio Città di Brindisi. Difensore classe 1982, Miale è originario di Taranto: con la squadra della sua città percorre le tappe del settore giovanile e disputa due stagioni in serie D. Da lì la partenza per la tappa più importante, Treviso; poi Matera e Orvieto in D e il Gualdo in C2, squadra con cui nella stagione 2005-2006 colleziona 27 presenze e quattro gol. Stesso numero di presenze anche l’anno successivo, sempre in C2, ma a Varese, dove rimane fino al 2008 rivelandosi un tassello fondamentale per la difesa biancorossa. Altre due stagioni in C2, nell’ordine con Valle del Giovenco e Scafatese. Nella passata stagione si è diviso tra Casertana (serie D) e Sanremese in Seconda Divisione, totalizzando trentadue presenze e tre marcature. Svincolato dopo la mancata iscrizione dei liguri, in estate è stato vicino al ritorno a Caserta, prima di approdare nel Cynthia 1920 nel girone G della serie D alla corte del tecnico Daniele Scarfini. Forte fisicamente (è alto 186 cm), Miale agisce al centro della linea dei difensori.

La società comunica altresì di aver ceduto al Racale (Eccellenza) il giocatore Andrea D’Amblè, che ringrazia e al quale augura le migliori fortune personali e professionaCOMUNICATO STAMPA N. 2 - 9 DICEMBRE 2011 , brindisi, d'amblè, racale, gualdo, c/2, ssd calcio città di brindisi, cynthiali.


S.S.D. CALCIO CITTÀ DI BRINDISI

 

Comunicato stampa n. 2 – 9 dicembre 2011

Ci portò in serie b ma non facciamone un santo

Figuriamoci se un tifoso del brindisi, della Brindisi Sport (quanto mi infastidisce questo errato parlare di “BRINDISI CALCIO”. A parte che è una società fallita,che non esiste più ed inoltre non ha nemmeno una “storia gloriosa” come si vorrebbe far credere: ventitrè anni di cui ben diciannove fra eccellenza e serie d e soli due stagioni  in C/2) non conserva un ricordo particolare del commendatore, soprattutto se ha una certa età ed ha vissuto certe belle stagioni del calcio brindisino. Ma, per carità: capisco la esigenza di pubblicare qualcosa, di scrivere un articolo ma non facciamo di Fanuzzi (Fanuzzi padre, ovviamente) un santo. E’ persino inutile ricordare gli scempi urbanistici che in quegli anni avvennero. E non pubblico neppure la foto del bellissimo Teatro Verdi che avevamo lì, fra Piazza Cairoli e Corso Umberto, perchè aumenterei “lu malisangu” per il ricordo della assurda demolizione -al pari della Torre che sorgeva nei pressi dell’attuale sede inps- di una struttura piena di storia e bella. Mò si mobilitano per un insulso giardinetto trascurato (a loro dire) e non una parola per la demolizione del glorioso -quello sì!- Teatro Verdi. Insomma: un pò di misura non guasterebbe. Si, il periodo della presidenza di fanuzzi è coinciso con alcuni campionati in serie b. Ed è vero pure che in quel periodo abbiam avuto dei bravi giocatori che ancora oggi son amici fra loro ed amano brindisi pur senza essere brindisini (tranne il grande Tonino La Palma e Novembre). Ma fermiamoci qui: gli è stato intitolato pure lo stadio, credo che possa bastare. O vogliamo aprire il processo di beatificazione? Ci sono miracoli o voci di miracoli? Ah già. Quelli avvengono altrove. Dicono.