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Nessun timore

Non temete, amici tifosi. Non ci riguarda il can can di voci attorno al giro del calcio scommesse. E’ una cosa deprecabile, così come è da condannare l’episodio che si verificò nella nostra città. Ma oltre a Brindisi -vibonese (che la gara era stata attenzionata dall’ufficio inchieste lo sappiamo tutti da almeno tre mesi) io penso pure alle dieci gare precedenti in cui i nostri campioni han rimediato ovunque delle figure barbine: non è pure quello da condannare, quantomeno sul piano morale e sportivo? E noi lì sotto la pioggia e col freddo a tifare… Ma lasciamo perdere sennò -mi conosco bene- poi devo parlare dello smodato attaccamento al denaro et cetera et cetera. Andiamo avanti. Presto sarà solo un brutto ricordo. Attendiamo uomini nuovi e soprattutto uomini seri. Preciso: per me Antonio Pupino è una persona seria, non mi riferisco certo a lui. E se il calcio non sparisce a Brindisi lo dobbiamo proprio a lui. A lui ed al Sindaco Mennitti. Questa è la realtà. Il resto sono chiacchere e pregiudizi.

E’ solo odio. Odio verso chi dice la verità. Altro che “tifosi”….

brindisi-cisco roma domenica 23 maggio 2010 pentecoste 018.jpgCome sempre accade (e a dispetto di quelli che dicono “ eh quiddu….ancora nò la chiuti quedda trasmissioni!!!” ) 100 Sport Magazine il programma settimanale di Studio 100 condotto da Fabrizio Caianiello offre degli ottimi spunti di riflessione. E’ diventato un luogo di incontro per tutta la tifoseria brindisina: la tolleranza e la apertura del conduttore è reale e non fittizia ed illusoria. Uno spazio di libertà che, comprensibilmente, è premiato dagli ascolti. Il lavoro onesto e fatto con passione viene sempre premiato.

 

Ieri, martedì 31 maggio 2011, abbiamo avuto ulteriori elementi diretti di conoscenza attorno agli sviluppi della importante trattativa che sta portando una grossa multinazionale australiana ad acquistare il Brindisi. Non è cosa da poco: potrebbe rappresentare una svolta decisiva per il calcio brindisino. E siccome il merito va al Presidente Pupino ed al Sindaco Domenico Mennitti che sono i veri artefici del tutto io ancora non comprendo le notevoli riserve che taluni ancora nutrono e il mare di sospetti ed insinuazioni che ancora circolano.

 

Invece di gioire, pare, questi “tifosi” digrignano i denti. Avevano fatto male i loro “calcoli”. Mi tornano in mente i dissennati “appelli” di pochi mesi fa a disertare lo stadio. E’ inutile andare, dicevano. Eh cè l’amma dari li sordi a pupinu? Aggiungevano altri. Cose legittime, per carità. Nessun reato. Ma. Poi senti che già mesi fa gli emissari dei possibili acquirenti erano venuti a seguire le partite del brindisi anche per verificare –oltre alla impiantistica- anche il numero, il calore e la passione della tifoseria. Ed allora uno ipotizza che c’era chi aveva interesse a far vedere uno stadio miseramente vuoto così da scoraggiare potenziali acquirenti. Verrebbe da stendere un velo pietoso su certi “tifosi” ma occorre pure che qualcuno parli e smascheri i sentimenti di astio ed ostilità che albergano.

non ho padroni

brindisi,football brindisi 1912 srl,fabrizio caianiello,studio 100,rigassificatore,salucci,intrighi calcio-politica a brindisilo confesso: sono molto pigro -e chi mi conosce lo sa bene- anzi troppo pigro. Capisco bene che questo può interessare poco o nulla a chi legge e tuttavia lo dico ugualmente. Se non fossi pigro mi metterei a fare una bella ricerchina e farei una bella “collezione” dei commenti tuttaltro che entusiasti che sono apparsi in rete(e non solo) attorno alla felice risoluzione(oramai prossima) della questione calcio.

Ha fatto non bene ma benissimo Fabrizio Caianiello -nel corso della trasmissione 100 sport- a dire che si era verificata stà cosa qua: brindisini, sedicenti tifosi (omettiamo i nomi di costoro. E stavolta non solo per pigrizia) che, appresa la bellissima notizia, invece di giore COME TUTTI NOI, han cominciato a fare delle obiezioni inverosimili quando non proprio assurde. Ovviamente tali tifosi non hanno mancato di insultarmi -a mò di  intercalare, oramai- quando ho fatto notare la netta inconsistenza di quelle risibili obiezioni.

Ma non è finita qui. Se è comprensibile ( o forse sarebbe meglio usare il verbo “compatire”) che certe tifosi legati a doppio spago con altri tifosi (diciamo cosi…) abbiano avuto un sussulto di rabbia e di delusione (IL CHE’ RIVELA LA LORO MAI SOPITA SPERANZA DEL FALLIMENTO DEL BRINDISI) perchè costoro avevano già pronte le loro mosse e contromosse con tanto di dichiarazioni autocelebrative, indigna pure la pubblicazione di certe improvvisate ricostruzioni (con enormi omissioni di certi nominativi che, chissà perchè, sono una sorta di tabù. Anche brindisi ha i suoi “innominabili” e “intoccabili”) e del relativo parere negativo riguardo l’interessamento di questa compagnia australiana. Già. Perchè costoro nel rievocare l’immancabile salucci dimenticano di menzionare i “padrini” politici senza i quali mai e poi mai il toscano avrebbe potuto fare quel che ha fatto a Brindisi. Eh già: memoria a corrente alternata. I soliti strabismi. Come il “no” al rigassificatore (che io non voglio nel mio magnifico porto) che però è ottuso, pregiudiziale, ideologico con venature fanatico/ambientaliste. Ebbene, anche costoro hanno la memoria corta (diciamo così…) perchè omettono di dire chi ha permesso che tale scempio avvenisse. Stessissima cosa per il mega abusivismo edilizi sulla meravigliosa costa( anche qui; eco-ambientalismo a corrente alternata. Una busta di spazzatura sulla spiaggia è un dramma e un megavillaggio abusivo sulla spiaggia è poca roba).

Amici miei, scusate le numerose digressioni ma esse sono necessarie perchè gli intrighi ed il malaffare del recente passato cittadino sono tutti legati. E non lo dico io che sono l’ultimo fesso di questa città -definito da molti “lecchino di Mennitti- ma lo dicono i fatti. E soprattutto lo ha detto la magistratura. Ecco. Spero che finalmente tutti abbiate capito che sono un uomo libero e che difficilmente qualcuno potrà farmi tacere. Forza brindisi.

quella maglia con la V per la quale soffriamo e gioiamo

 

Come tutti gli altri tifosi sto “soffrendo”. E per noi tifosi brindisini la sofferenza, negli ultimi anni, è stata una costante. E non solo per i risultati sul campo: quello fa parte del gioco del calcio e di ogni sport. Siamo periodicamente incerti  non su una vittoria o un pareggio o un  gol, ma sulla esistenza di una squadra! Inutile fare una rassegna a ritroso: tutti -piu o meno tutti-  abbiamo una memoria. E se la facciamo funzionare rievochiamo nitide le vicende. Ora pare che qualcosa si stia risolvendo. Il giubilo della tifoseria è stato quasi commovente. Fin troppo, in alcuni casi. Meno male che i più saggi riconducono tutti gli altri ad un entusiasmo si, ma con con prudenza e senza bruciare le tappe. Si, pare che si intravede la luce in fondo al tunnel. Ma siamo ancora dentro la galleria: c’è ancora strada da fare. Però -ed è comprensibilissimo- c’è chi gioisce per il pericolo scampato, pensa al prossimo campionato, una bella curva festosa, colorata e finalmente numerosa. C’è chi, facendo notevoli sacrifici, intende fare l’abbonamento per dimostrare l’amore a quella maglia. E per molti brindisini “sborsare” duecento, trecento euro sono un sacrificio. E poi c’è chi pensa ad avere cifre ben più alte. Ed evoca, persino pubblicamente, il rispetto dei contratti. Già. Come se non lo sapessimo. E come se non sapessimo che esiste un fondo creato appositamente dalla Lega per tali questioni. E che nessuno perderà una lira. Ma, come si dice a Brindisi, l’angulizia è forte. C’è chi sbatte per poter comprare il pane ed il latte ai figli, o dare venti euro al figlio giovanotto che deve uscire la sera e c’è chi pensa a cifre ben più alte. Nessuno si è fatto ancora vivo, si dice. Mamma mia, ma è amore alla maglia, al brindisi o a cosa? E’ chiaro, lo ripetiamo per l’ennesima volta, che i patti specie quelli scritti devono essere rispettati, ci mancherebbe altro. Ed ognuno ha il diritto di far valere i propri diritti, scusandomi per il gioco di parole. Ma, santo Cielo, un pò di pazienza. Ne abbiam avuta tanta, tutti. Chi più chi meno. C’è chi è già lontano, fisicamente e col pensiero, lontano anni luce da brindisi e dal brindisi. E quella maglia con la V che noi “amiamo” è solo un ricordo lontano. E se lo ricordano è solo come quando uno si ricorda “ah mestra, quiddu ddai m’ava dari ancora quiddi cinquanta euri cà nci pristau!”. Ecco. Pecunia non olet, già dicevano millenni fà. E l’uomo non cambia, sempre quello è. Con le sue grandezze, le sue virtù ed i suoi difetti. Fra cui l’attacamento smodato alla roba, come diceva Verga. Sia chiaro: nessuno sta condannando nessuno. Sono esigenze leggittime. Ma quanto stonano certe parole, certe rivendicazioni -giuste, lo ripetiamo ancora- certe lamentele. Quanto stonano, soprattutto ora, in cui centinaia di ragazzi, magari ancora alle prese con gli ultimi giorni di scuola o con gli esami, stanno pensando al BRINDISI, a quella maglia con la V. Centinaia di anziani, magari con gli acciacchi ed i problemi dell’età, seguono le vicende del brindisi, leggono i giornali, fanno i calcoli per vedere se con la pensione riescono a fare l’abbonamento. Disoccupati che si ingegnano come trovare quei duecento euro per farsi l’abbonamento in curva e quelli pensano ai fatti loro, al loro tornaconto. L’altra sera, in trasmissione, Caianiello ha ricordato quelle oltre dieci partite senza un gol senza un tiro in porta. E coi ragazzi della curva che cantavano sotto la pioggia. Noi amiamo il Brindisi. Noi siamo i tifosi: forse non saremo i primi tifosi, non abbiamo tali pretese. Ma siamo appassionati. E la domenica pomeriggio non abbiamo altro pensiero. Andare in Curva Sud e tifare Brindisi

favi e fogghi

La tenace volontà di Pupino e la discreta “supervisione” di Mennitti (assieme ad altri fattori) hanno finalmente permesso la risoluzione del “problema-calcio” a Brindisi. Ma gli eterni scontenti ancora ragliano. Si favoleggia di trivelle, pozzi petroliferi e “rovina della costa brindisina” ed altro ancora. Per tacere poi degli insulti attacchi e minacce (si, minacce) che ancora giungono a Mennitti e Pupino. Da non crederci. Meno male che c’è chi vigila. E bene ha fatto Fabrizio Caianiello, ieri sera nella trasmissione 100 sport magazine, a ricordare l’impegno delle Forze dell’Ordine e specificatamente del dottor Zingaro. Bravo Fabrizio: così si fa. Esiste la legge: al bando la “legge del piu forte”, le prepotenze, le minacce ed i soprusi. Sono veramente contento. E pazienza se altri mischiano, come si dice a Brindisi, favi e fogghi.

Brevi considerazioni sulla situazione del calcio a Brindisi

Anzitutto una nota di merito ed un plauso sincero: il primo cittadino, Domenico Mennitti, nel caricarsi sulle spalle la ennesima croce di questa sventurata città (sventurata perché si compiace del malaffare e del clientelismo ed invece d’andare avanti vorrebbe tornare indietro) ho compiuto un gesto che è molto significativo. Ha avuto al suo fianco, fin dalle primissime fasi, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e del grado piu alto. Unitamente alla di lui serietà la presenza –anche fisica, come mostrano le immagini televisive- di questi ottimi servitori dello Stato ha contribuito a rendere credibile ed interessante tutta la “mission”.

Mi riferisco naturalmente al tentativo –l’ennesimo- del Sindaco di Brindisi di salvare la barca del calcio brindisino miseramente e colpevolmente incagliata negli scogli (o impantanata nella melma, se preferite).

Ciò è avvenuto all’indomani dell’ennesimo riacutizzarsi del cronico stato d’emergenza. Non che prima non fosse intervenuto, anzi. Solo che ad un certo punto, da uomo saggio ed Amministratore accorto, ha compreso nitidamente  la china che la vicenda aveva preso. Beninteso: questo non è un racconto del passato. La cosa è ancora attuale, e lo sarà ulteriormente nei prossimi mesi.

Dicevo: ha compreso la serietà della situazione e  anche le possibili ripercussioni sull’ordine pubblico : per questo lodo pubblicamente la scelta di agire in sinergia con la Questura e spero –anzi: ne sono certo- la cosa continui.

Non ho intenzione di ricordare le responsabilità dell’attuale stato di cose: i fatti sono quelli. Peggio per chi capoticamente e pregiudizialmente vuole vedere altri scenari, altre responsabilità. Res sunt, inutile rivangare. Anche perché, è noto, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Di più: bisogna fare i conti con la cieca furia di chi non riesce ad accettare la realtà. Una realtà che per quanto amara quella è.  Ed invece campeggiano e si odono slogan che appaiono totalmente slegati dalla realtà delle cose. Figuriamoci se mi cimento nella interpretazioni delle radici sociologiche e culturali di tale stolta ottusagine, per carità. Sono invece preoccupato per chi avrà il duro compito di gestire la furia  -cieca, dissennata e nutrita di pregiudizi-  di queste persone quando dovranno prendere atto, giocoforza, della realtà.

Sono preoccupato da cittadino. Perché, come tifoso e uomo di sport, ho la cultura della sconfitta. So bene che non sempre si può vincere. E che, anzi, occorre fare tesoro delle misere deblacle intervenute proprio per evitare di perseverare nei medesimi passi errati.

Tuttavia, pur essendo preoccupato, sono moderatamente ottimista. E sapete perché? Proprio per quanto asserito in quelle battute d’apertura. Non siamo nella repubblica delle banane e non vige la legge della giungla, la legge del più forte (che poi, per inciso, nel bailamme, càpita di trovarsi di fronte a meschini comportamenti catalogabili con il motto “forti coi deboli e deboli coi forti”, ma questo ci svierebbe troppo dal discorso). Esiste una Legge. Ed esistono delle Forze dell’Ordine. E meno male.

Se i vili cercano una strana anomìa  –strana perché, contraddittoriamente, talora la norma la si cerca e la si rivendica  eccome!- che trivialmente si esprime con quei beceri “cori” che purtroppo tutti conosciamo (che esprimono quello stesso folle concetto, messo mille e mille volte per iscritto nei muri, secondo il quale “contro lo Stato non è reato” ) allora a costoro, con le buone o con le cattive, occorre far capire dura Lex sed Lex. E che la Domenica si può pure giocare – e magari anche vincere- contro lo Spongano o il Grumo Appula senza che ciò costituisca un dramma ed anzi divertendosi. Questa è la cultura della sport che è spesso violentata –ma questo è un discorso dell’intera Nazione- dalla cultura del vincere facile, vincere subito che anche spregiudicati personaggi del mondo dello sport a volte sposano. Se poi aggiungiamo che i giovanotti  di oggi  son stati “educati” al culto del tutto e subito  (e spesso i genitori non sono estranei a ciò, anzi!) allora il quadro è completo. E non è un bel quadro. Anzi: è decisamente brutto.

cosimo de matteis

Ci portò in serie b ma non facciamone un santo

Figuriamoci se un tifoso del brindisi, della Brindisi Sport (quanto mi infastidisce questo errato parlare di “BRINDISI CALCIO”. A parte che è una società fallita,che non esiste più ed inoltre non ha nemmeno una “storia gloriosa” come si vorrebbe far credere: ventitrè anni di cui ben diciannove fra eccellenza e serie d e soli due stagioni  in C/2) non conserva un ricordo particolare del commendatore, soprattutto se ha una certa età ed ha vissuto certe belle stagioni del calcio brindisino. Ma, per carità: capisco la esigenza di pubblicare qualcosa, di scrivere un articolo ma non facciamo di Fanuzzi (Fanuzzi padre, ovviamente) un santo. E’ persino inutile ricordare gli scempi urbanistici che in quegli anni avvennero. E non pubblico neppure la foto del bellissimo Teatro Verdi che avevamo lì, fra Piazza Cairoli e Corso Umberto, perchè aumenterei “lu malisangu” per il ricordo della assurda demolizione -al pari della Torre che sorgeva nei pressi dell’attuale sede inps- di una struttura piena di storia e bella. Mò si mobilitano per un insulso giardinetto trascurato (a loro dire) e non una parola per la demolizione del glorioso -quello sì!- Teatro Verdi. Insomma: un pò di misura non guasterebbe. Si, il periodo della presidenza di fanuzzi è coinciso con alcuni campionati in serie b. Ed è vero pure che in quel periodo abbiam avuto dei bravi giocatori che ancora oggi son amici fra loro ed amano brindisi pur senza essere brindisini (tranne il grande Tonino La Palma e Novembre). Ma fermiamoci qui: gli è stato intitolato pure lo stadio, credo che possa bastare. O vogliamo aprire il processo di beatificazione? Ci sono miracoli o voci di miracoli? Ah già. Quelli avvengono altrove. Dicono.

A n d i a m o….

Il vero cammino da fare…

 

Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore – la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico – che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino…

Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo rinati “dall’acqua e dallo Spirito Santo”, e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere all’azione della Grazia per essere suoi discepoli.

Già: discepoli di Cristo. Poi, è chiaro, ognuno decide in tutta libertà se essere tale oppure avere come proprio dio  IL VENTRE, I SOLDI, li femmini(o li masculi, a seconda…)