La chiarezza e le utopie

 

Inutile negare o fare finta che non stia succedendo nulla. Mi riferisco all’àmbito calcistico e precisamente al maggiore sodalizio calcistico della Città ed i suoi travagliati primi due mesi di vita. Non è intenzione mia di fare un “riassunto” (chi vuole può leggere a ritroso i post di questo mio modesto blog) ma semplicemente riportare degli interventi che mi paiono costruttivi nelle intenzioni  di là dalla bontà di quanto enunciato. Ebbene oggi il Presidente del Brindisi Roberto Quarta ha inviato, a mezzo stampa, una “Lettera” (il testo integrale è QUI:  http://forzabrindisi.myblog.it/archive/2011/09/27/il-presidente-roberto-quarta-ora-basta-nessuno-giochi-con-i.html ).
Già il solo intervenire, parlare in modo chiaro, non rifiutare il dialogo o -peggio- il non rinchiudersi in una boriosa autoreferenzialità è tanto. E va dato atto di ciò. Non entro -per ora- nel merito della citata “Lettera” ma riporto due considerazioni che partono proprio da quelle parole del Presidente.
Nello specifico si tratta di una “replica” che RIPRENDIAMOCI BRINDISI (è un profilo facebook col quale interagisco) ha ritenuto di fare come commento al link -da me postato nella loro bacheca facebook- che annunciava e riportava l’intervento di Quarta. Ecco quanto scrive “Riprendiamoci Brindisi”

 

I TIFOSI CHIAMATI A COLLABORARE: Ci sono differenze nel modo in cui operano le società di calcio, soprattutto negli ultimi anni, e il modo in cui operano le associazioni dei tifosi.
Infatti, noi crediamo che ciò dimostri che la via che il calcio ha intrapreso, muovendosi alla ricerca del denaro ed allontanandosi dai tifosi, sia una delle ragioni per cui troppi club in Italia si sono ritrovati con significativi problemi finanziari, con proprietari per i quali è sempre più difficile continuare con questo approccio – soprattutto durante una recessione.
Ma c’è speranza, e questa speranza è la collaborazione: la nostra situazione in Italia rispecchia quella che si è sviluppata nel calcio inglese pochi anni fa; problemi simili al Northampton Town portarono i tifosi a creare la prima cooperativa di supporters nei primi anni ‘90, tramite la quale rilevarono una quota nel loro club. Oggi la cooperativa è tra gli azionisti del club ed ha due rappresentanti nel direttivo.
L’iniziativa ebbe tanto successo e fu così importante che nel 1999 venne creata un’organizzazione chiamata Supporters Direct con lo scopo di aiutare altri gruppi di tifosi.
In tantissimi casi queste cooperative di tifosi hanno aiutato i club coinvolti a diventare più stabili, spesso ricostruendoli dopo che avevano a lungo contato sui finanziamenti di singoli individui. Tutte le persone coinvolte hanno lavorato insieme per avere un club migliore: non c’è migliore dimostrazione nel calcio dei valori del movimento cooperativo in Inghilterra così come in Europa.

 

 

Ed io, a sretto giro di facebook, ho risposto così:

 

Quanto sia effettivamente realizzabile il c.d. “azionariato popolare” (mi scuso per il termine che, forse, non è preciso: tuttavia lo uso perchè rende l’idea) nella nostra realtà è da vedere ed anzi: sono davvero interessato a vedere se –ed in che misura- un progetto simile è attuabile a Brindisi. Oltretutto mi pare (e ribadisco: “MI PARE”) che la Società non abbia precluso tale strada. Riguardo invece il rapporto Società-Tifoseria (parlando davvero in GENERALE) è abbastanza assodato che una delle più grosse palle al piede di molti club (dilettantistici e/o professionistici) consista precisamente in quella sorta di “ricatto” -più o meno tra virgolette- che Esse subiscono da sedicenti grupppi di tifosi(in molte realtà -è noto- i clubs di tifosi attivano dei veri e propri business. Con cifre notevoli). Ora: il proverbio dice “chi è causa del suo mal pianga sè stesso”, sicchè chi si è lasciato trascinare in questi circoli viziosi ha la sua parte di responsabilità. Dico questo poichè è stato detto che i problemi nascono dall’ALLONTANAMENTO DELLE SOCIETA DAI TIFOSI”. Ebbene, se le tifoserie agiscono in quel modo (ricattatorio e tuttaltro che SPORTIVO) non solo non è sbagliato prenderne le distanze ma è anzi opportuno ed auspicabile. C’è un “cancro” nel calcio che “colpisce” tanto le Società quanto CERTE tifoserie: non si può fare finta che non esista.
cosimo de matteis

 

La chiarezza e le utopieultima modifica: 2011-09-27T17:57:00+02:00da dematteiscosimo
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3 pensieri su “La chiarezza e le utopie

  1. cosimo de matteis

    Ben volentieri pubblico
    anche il secondo intervento
    che, in effetti, aggiunge ulteriori elementi
    di riflessione.
    Eccolo:

    ***Ma è proprio per questo motivo: bisogna avere il coraggio di collaborare e che si generi un cambiamento… un “cancro” nel calcio che “colpisce” tanto le Società quanto CERTE tifoserie….. Con l’azionariato popolare, i tifosi concorrono direttamente alla gestione del club , attraverso la partecipazione alle assemblee societarie, godendo nel contempo, di tutti i diritti e doveri che la legge attribuisce al singolo socio. Pertanto la “ricchezza in termini economici”, che i club ricevono dai propri tifosi riguarda: il numero di abbonati, le presenze allo stadio, l’interesse per la vita societaria e quindi il tifoso per la Società è un elemento importante e non bisogna considerarlo come parte integrante del “CANCRO…!!” generato dai proprietari.*** (“Riprendiamoci Brindisi”)

    Ecco.
    Un saluto e Forza Brindisi.

    cosimo de matteis

  2. cosimo de matteis

    Ben volentieri pubblico
    anche il secondo intervento
    che, in effetti, aggiunge ulteriori elementi
    di riflessione.
    Eccolo:

    ***Ma è proprio per questo motivo: bisogna avere il coraggio di collaborare e che si generi un cambiamento… un “cancro” nel calcio che “colpisce” tanto le Società quanto CERTE tifoserie….. Con l’azionariato popolare, i tifosi concorrono direttamente alla gestione del club , attraverso la partecipazione alle assemblee societarie, godendo nel contempo, di tutti i diritti e doveri che la legge attribuisce al singolo socio. Pertanto la “ricchezza in termini economici”, che i club ricevono dai propri tifosi riguarda: il numero di abbonati, le presenze allo stadio, l’interesse per la vita societaria e quindi il tifoso per la Società è un elemento importante e non bisogna considerarlo come parte integrante del “CANCRO…!!” generato dai proprietari.*** (“Riprendiamoci Brindisi”)

    Ecco.
    Un saluto e Forza Brindisi.

    cosimo de matteis

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