Archivio mensile:maggio 2011

Brevi considerazioni sulla situazione del calcio a Brindisi

Anzitutto una nota di merito ed un plauso sincero: il primo cittadino, Domenico Mennitti, nel caricarsi sulle spalle la ennesima croce di questa sventurata città (sventurata perché si compiace del malaffare e del clientelismo ed invece d’andare avanti vorrebbe tornare indietro) ho compiuto un gesto che è molto significativo. Ha avuto al suo fianco, fin dalle primissime fasi, rappresentanti delle Forze dell’Ordine e del grado piu alto. Unitamente alla di lui serietà la presenza –anche fisica, come mostrano le immagini televisive- di questi ottimi servitori dello Stato ha contribuito a rendere credibile ed interessante tutta la “mission”.

Mi riferisco naturalmente al tentativo –l’ennesimo- del Sindaco di Brindisi di salvare la barca del calcio brindisino miseramente e colpevolmente incagliata negli scogli (o impantanata nella melma, se preferite).

Ciò è avvenuto all’indomani dell’ennesimo riacutizzarsi del cronico stato d’emergenza. Non che prima non fosse intervenuto, anzi. Solo che ad un certo punto, da uomo saggio ed Amministratore accorto, ha compreso nitidamente  la china che la vicenda aveva preso. Beninteso: questo non è un racconto del passato. La cosa è ancora attuale, e lo sarà ulteriormente nei prossimi mesi.

Dicevo: ha compreso la serietà della situazione e  anche le possibili ripercussioni sull’ordine pubblico : per questo lodo pubblicamente la scelta di agire in sinergia con la Questura e spero –anzi: ne sono certo- la cosa continui.

Non ho intenzione di ricordare le responsabilità dell’attuale stato di cose: i fatti sono quelli. Peggio per chi capoticamente e pregiudizialmente vuole vedere altri scenari, altre responsabilità. Res sunt, inutile rivangare. Anche perché, è noto, non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Di più: bisogna fare i conti con la cieca furia di chi non riesce ad accettare la realtà. Una realtà che per quanto amara quella è.  Ed invece campeggiano e si odono slogan che appaiono totalmente slegati dalla realtà delle cose. Figuriamoci se mi cimento nella interpretazioni delle radici sociologiche e culturali di tale stolta ottusagine, per carità. Sono invece preoccupato per chi avrà il duro compito di gestire la furia  -cieca, dissennata e nutrita di pregiudizi-  di queste persone quando dovranno prendere atto, giocoforza, della realtà.

Sono preoccupato da cittadino. Perché, come tifoso e uomo di sport, ho la cultura della sconfitta. So bene che non sempre si può vincere. E che, anzi, occorre fare tesoro delle misere deblacle intervenute proprio per evitare di perseverare nei medesimi passi errati.

Tuttavia, pur essendo preoccupato, sono moderatamente ottimista. E sapete perché? Proprio per quanto asserito in quelle battute d’apertura. Non siamo nella repubblica delle banane e non vige la legge della giungla, la legge del più forte (che poi, per inciso, nel bailamme, càpita di trovarsi di fronte a meschini comportamenti catalogabili con il motto “forti coi deboli e deboli coi forti”, ma questo ci svierebbe troppo dal discorso). Esiste una Legge. Ed esistono delle Forze dell’Ordine. E meno male.

Se i vili cercano una strana anomìa  –strana perché, contraddittoriamente, talora la norma la si cerca e la si rivendica  eccome!- che trivialmente si esprime con quei beceri “cori” che purtroppo tutti conosciamo (che esprimono quello stesso folle concetto, messo mille e mille volte per iscritto nei muri, secondo il quale “contro lo Stato non è reato” ) allora a costoro, con le buone o con le cattive, occorre far capire dura Lex sed Lex. E che la Domenica si può pure giocare – e magari anche vincere- contro lo Spongano o il Grumo Appula senza che ciò costituisca un dramma ed anzi divertendosi. Questa è la cultura della sport che è spesso violentata –ma questo è un discorso dell’intera Nazione- dalla cultura del vincere facile, vincere subito che anche spregiudicati personaggi del mondo dello sport a volte sposano. Se poi aggiungiamo che i giovanotti  di oggi  son stati “educati” al culto del tutto e subito  (e spesso i genitori non sono estranei a ciò, anzi!) allora il quadro è completo. E non è un bel quadro. Anzi: è decisamente brutto.

cosimo de matteis

Enel Brindisi: il DG Corso rimette il mandato

Dal Sito Ufficiale della Società NEW BASKET BRINDISI apprendiamo della seguente nota da parte del Direttore Generale Antonello Corso:

 

L’epilogo inaspettato e sfortunato di questa stagione mi spinge, cosi come accaduto nelle precedenti stagioni che hanno riportato Brindisi nell’olimpo della pallacanestro italiana, a rimettere il mandato nelle mani della proprietà che valuterà, cosi, serenamente il mio operato, unitamente a quello degli altri dirigenti e di ogni altro soggetto preposto alla conduzione e gestione della squadra. Da parte mia, non mancherò di riflettere, analizzare ed esternare le circostanze e le ragioni che, a mio avviso, hanno concorso a determinare questo insuccesso.

Antonello Corso

Grazie Patròn

massimo_ferrarese.jpgIntanto la nota positiva, anzi: molto positiva. BRINDISI non scompare. Aldilà dellla vittoria odierna di teramo, aldilà della gara contro avellino e soprattutto aldilà della gara appena terminata. Conta una cosa. Ed è questa: l’anno prossimo la nostra squadra di pallacanestro -nobile e bella  disciplina- sarà presente ai nastri di partenza. (Viceversa, per intenderci, non si sà se l’attuale società di calcio sarà “viva” ancora il prossimo torneo o se sarà radiata ed allora brindisi dovrà ripartire dal campionato di promozione). Il patron Massimo Ferrarese ha anticipato che, nonostante il suo personale disimpegno, la società NEW BASKET BRINDISI sarà presente nei campionati nazionali. Non è una cosa da poco, e và dato atto che -anche qui, a differenza di altre situazioni- sta lasciando in mani sicure la società e la squadra. Ed i tifosi sono giustamente felici e grati. Riguardo questa stagione, che dire? E’ ancora forse troppo presto. Però mi sento di dire una cosa: molti sicuramente daranno la colpa al cambio dell’allenatore, già è come se li sentissi. Ed io invece dico che, pur non avendo particolari simpatie per bechi(anzi) e soprattutto pur essendo assolutamente contrario al cambio dell’allenatore durante il corso del campionato (non è una contrarietà preconcetta o capotica: che sia sbagliato lo dicono pure le cifre. Nel 70% -o forse più- dei casi il cambio dell’allenatore NON PRODUCE l’esito sperato) ritengo che in questo caso, in quella specifica situazione, è stata fatta una scelta giusta. E mi fermo qui. Torneremo ovviamente sul discorso. Ma per questa sera restiamo un pò in silenzio. E ringraziamo questa società che ci ha riportato in SERIE A dopo tanto tempo ed ha rinnovato il lustro della nostra città. Non è poco.

cosimo de matteis

Ci portò in serie b ma non facciamone un santo

Figuriamoci se un tifoso del brindisi, della Brindisi Sport (quanto mi infastidisce questo errato parlare di “BRINDISI CALCIO”. A parte che è una società fallita,che non esiste più ed inoltre non ha nemmeno una “storia gloriosa” come si vorrebbe far credere: ventitrè anni di cui ben diciannove fra eccellenza e serie d e soli due stagioni  in C/2) non conserva un ricordo particolare del commendatore, soprattutto se ha una certa età ed ha vissuto certe belle stagioni del calcio brindisino. Ma, per carità: capisco la esigenza di pubblicare qualcosa, di scrivere un articolo ma non facciamo di Fanuzzi (Fanuzzi padre, ovviamente) un santo. E’ persino inutile ricordare gli scempi urbanistici che in quegli anni avvennero. E non pubblico neppure la foto del bellissimo Teatro Verdi che avevamo lì, fra Piazza Cairoli e Corso Umberto, perchè aumenterei “lu malisangu” per il ricordo della assurda demolizione -al pari della Torre che sorgeva nei pressi dell’attuale sede inps- di una struttura piena di storia e bella. Mò si mobilitano per un insulso giardinetto trascurato (a loro dire) e non una parola per la demolizione del glorioso -quello sì!- Teatro Verdi. Insomma: un pò di misura non guasterebbe. Si, il periodo della presidenza di fanuzzi è coinciso con alcuni campionati in serie b. Ed è vero pure che in quel periodo abbiam avuto dei bravi giocatori che ancora oggi son amici fra loro ed amano brindisi pur senza essere brindisini (tranne il grande Tonino La Palma e Novembre). Ma fermiamoci qui: gli è stato intitolato pure lo stadio, credo che possa bastare. O vogliamo aprire il processo di beatificazione? Ci sono miracoli o voci di miracoli? Ah già. Quelli avvengono altrove. Dicono.

RAGIONATI NU PICCA (ci nci riusciti)

Megghiu nà società onesta (e ci sò brindisini ancora megghiu) ca nnù poppitu ca magari ti iatica fumu ntrà li uecchi e pò ti lassa an quartu quandu si nnoia e scucca. Ca ccè si pensa ca nò sapimu ccè fattu allu paisi sua? Comè, zdownload 1 gen 01 048.jpgzicchi e lassi tuttu a nnu scangiargientu mbrugghioni ca pò ti faci fallèri la squadra? E lu bellu ca a brindisi l’amu vista giai nà cosa cussini. comu sia sia FORZA BRINDISI

Lo scudetto al Milan

o_ac_milan_logo.jpgscudetto.jpgNormalmente non ci occupiamo del campionato di serie A. Io, personalmente, non faccio il tifo per nessuna squadra. Nessuna squadra oltre al Brindisi, si capisce! (e la Nazionale). E comunque questa sera molti italiani e quindi molti brindisini sono felici perchè il Milan ha conquistato il suo 18° scudetto. E lo ha fatto, conquistando un punto all’Olimpico, al termine di un campionato abbastanza combattutto ed avvincente -non accadeva da un pò di anni- che comunque non ha mai visto seriamente messo in dubbio la leadesrship. Anche lo stesso Napoli così brillante e vincente ha però steccato gli appuntamenti più importanti. L’inter è letteralmente scoppiata, la roma ha risentito probabilmente delle questioni societarie, la juve non ne parliamo, l’udinese ha fatto un bel campionato al pari della Lazio.

Vince il Milan, dunque. Il milan di allegri. Un carneade. Ma non è il fatto che sia sconosciuto (anche uno sconosciuto può essere bravo). Il fatto è che mi è terribilmente antipatico!

Mah, de gustibus. Salutiamo comunque la vincitrice del campionato di calcio italiano, edizione 2010- 2011.

NIENTI POPPITI a bari-lecce del 15 maggio

sannicola-.jpgChe poi è pure inutile che ci vadano, anche perchè  è probabilissima la vittoria dei biancorossi che condannerà i poppiti alla meritatissima retrocessione in serie b (ma questo è solo il primo passo del lento ma inesorabile declino fino al derby col casarano e col maglie). Ad ogni modo, la decisione ora è ufficiale e, sebbene sia una gara importantissima per i giallorossi,  i tifosi della puppitania  non portanno assistere all’incontro. Per Bari-Lecce del 15 maggio, la vendita dei tagliandi è riservata ai soli residenti nelle province di Bari e Bat con diritto di prelazione per i possessori della tessera del tifoso. La vendita dei tagliandi del settore dedicato ai possessori della tessera del tifoso del Lecce nel limite stabilito dalle competenti autorità. Inoltre, la chiusura della vendita dei tagliandi per tutti i settori è alle ore 19 del giorno antecedente la gara, non è ammessa la vendita dei tagliandi via internet.

Insieme ai tifosi del Lecce non potranno seguire la propria squadra impegnata in trasferta nel prossimo turno di serie A anche quelli di Cagliari, Roma, Inter e Juventus. Lo ha stabilito il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive nella riunione di oggi, sottolineando che dai provvedimenti sono esclusi i possessori della tessera del tifoso.